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Aspettando Livorno Vs Torino, ovvero basta con le mezze misure.

Livorno-Torino
Osvaldo Jaconi, che allenò il Livorno tra il 2000 il 2002 conquistando una storica promozione in serie B nella seconda stagione, diceva che “Livorno è una piazza particolare, la gente non vuole campioni, ma uomini veri, disposti a sposare una causa”. In qualche modo viene in mente quindi una certa somiglianza tra i desideri della tifoseria amaranto con quella granata. Due tifoserie considerate “calde e sanguigne” seppur le storie delle due società siano diverse; nella bacheca livornese infatti spicca solo una Coppa Italia di serie C vinta nel 1987, mentre il miglior piazzamento nei suoi 29 campionati nella massima serie professionista è un secondo posto colto nel 1942-43, guarda caso alle spalle del Grande Torino, che gli amaranto riuscirono persino a sconfiggere per 1-2 al Filadelfia. Và detto però che negli ultimi 10 anni le due società sono state solite ad incrociare spesso i loro destini nella lotta alla salvezza in serie A o in quella per la promozione durante le stagioni in serie B, ed almeno i livornesi hanno potuto assaggiare la Coppa Uefa, nella loro unica partecipazione, relativamente di recente, ovvero nel 2006/07, mentre i granata mancano da così tanto tempo alle fasi delle competizioni europee che è meglio soprassedere.

Le due formazioni arrivano a questo primo scontro diretto della stagione distanziate di due punti, 10 per i granata e 8 per i labronici, i quali dopo una buona partenza fatta di due vittorie e due pareggi che seguirono la sconfitta in casa all’esordio contro la Roma, hanno poi inanellato quattro sconfitte che hanno avvicinato la squadra ai bassifondi della classifica. Il gruppo di Davide Nicola è relativamente giovane ma che l’allenatore conosce bene per aver aperto dall’anno scorso un ciclo interessante, ereditando una squadra che due stagioni fa si salvò a stento, ma che già sotto le cure dell’allenatore di Luserna San Giovanni conquistò la massima serie dopo un campionato vissuto ad alti ritmi in un duello emozionante e bilanciato contro Verona e Sassuolo e che ha visto i labronici dover passare, per un soffio, dall’ulteriore prolungamento della stagione dei play-off, vinti con risultati di misura, ma mai in discussione, gestendo quindi una fisiologica stanchezza dopo un campionato lungo e dispendioso.
Ad ogni modo il presidente Spinelli è riuscito ad assicurare al suo allenatore (ma solo nelle ultime ore di calciomercato) una rosa ampia e che può giocarsi le sue carte per la permanenza in A; i colpi più in vista sono stati il ritorno di Bardi in porta, in prestito dall’Inter come anche M’Baye, Botta e Benassi, Emeghara dal Siena, Rinaudo dal Napoli, Biagianti dal Catania, Coda dall’Udinese, Leandro Greco dal Olympiacos, più altri giovani e meno giovani che fanno da rincalzo nelle scelte dell’allenatore; Nicola infatti gioca con un 3-5-2 dall’apparenza un po’ più spregiudicato rispetto a quello di Ventura, in cui, come ha spiegato in alcune interviste, il giocatore deve sapersi creare più opzioni di scelta durante le diversi fasi del gioco e lasciandosi la libertà di adattarsi con una certa discrezionalità al contesto situazionale, in poche parole oltre che gestirsi atleticamente un giocatore deve saper “ragionare” di continuo. Di certo alcuni atteggiamenti rimangono però fissi come la propensione della squadra, indipendentemente dall’avversario e dal terreno di gioco, in fase di impostazione di cercare sempre di uscire palla al piede dalle situazioni e, quando viene attaccata alta, cercare la sponda della punta centrale. Tenendo conto delle assenze per infortunio di Botta e Belingheri e della squalifica di un turno di Siligardi è perciò probabile che il Livorno si schieri così stasera: Bardi tra i pali; trio di centrali formato da Coda, Emerson (vero jolly della formazione labronica in quanto anche capace di giocare mediano) e Ceccherini (prodotto del vivaio amaranto e che qualcuno considera l’erede di Chiellini); sulle fasce vedremo a destra uno tra Piccini e M’Baye che si contenderanno una maglia da inedito titolare e a sinistra Schiattarella (con un passato nelle giovanili del Torino), mentre Duncan dovrebbe essere il regista coadiuvato a destra dal tostissimo capitan Luci e a sinistra dall’eclettico Biagianti; in attacco spazio alla coppia esotica formata dal brasiliano Paulinho e dallo “Svizzero d’ebano” Emeghara, sempre temibili, sempre scoppiettanti.

Nel Torino si sentono ancora le scorie del “dopo prestazione” contro il Napoli di tre giorni fa; non solo i tifosi hanno espresso delusione e stizza, ma pure lo stesso Ventura è stato molto duro nei confronti dei suoi giocatori esprimendo una certa insoddisfazione e richiamando ad una maggiore concentrazione, anche se le assenze continuano a preoccuparlo. Infatti nessuno degli infortunati è stato recuperato, ad eccezion fatta di El Kaddouri, che però andrà solo in panchina e difficilmente sarà schierato più di uno scampolo di partita, confidando che l’allenatore non sia costretto a cambiare la squadra in corsa per ulteriori infortuni nel corso del match. Rimangono quindi a Torino a farsi curare Brighi, Larrondo, Rodriguez, Bovo e Farnerud, insieme allo squalificato Basha, mentre torna a disposizione Immobile, che ha scontato il proprio di turno di stop inflittogli dal giudice sportivo. Gli ultimi rumors parlano di un turno di riposo concesso a D’Ambrosio, che partirebbe dalla panchina, con il ritorno sulla fascia destra di Darmian e l’inserimento di Maksimović per la prima volta da titolare, con Pasquale a riprendersi la corsia di sinistra dal primo minuto. Per il resto la squadra è praticamente obbligata, anche se in attacco potrebbero esserci delle clamorose soluzioni che vedono Immobile e Cerci insidiati da Barreto e Meggiorini. Dipenderà da come Ventura vorrà gestire le fatiche dei suoi “combattenti” ed è comunque probabile che ci siano staffette tra i 4 giocatori sopraelencati. In teoria quindi il Toro dovrebbe scendere in campo così schierato: Padelli in porta; trio di centrali formato da Maksimović, Glik e Moretti; con Darmian e Pasquale pendolini sulle due fasce; Vives regista basso con ai suoi due fianchi Gazzi e Bellomo; Cerci e Immobile attaccanti.

È inutile dire che questa è una trasferta che il Toro deve portarsi a casa in qualche modo, magari con una vittoria che manca da più di un mese, in quanto scontro diretto con una avversaria molto agguerrita e che ha nel suo pubblico un’arma in più. In caso invece di stop tutto il progetto per la stagione subirebbe certo contraccolpo e non ultima la stessa panchina di Ventura potrebbe iniziare, quanto meno, a vacillare come mai invece era successo nelle due stagioni precedenti. È quindi immaginabile che la partita si decida sulle ripartenze e sulle giocate a sorpresa di qualche risolutore che non ti aspetti. La speranza è che ciò accada in favore del Toro.

Buona partita a tutte e tutti e Forza Vecchio Cuore Granata!!

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